giovedì 30 dicembre 2010

GUEVARA NON E' MORTO.

Guevara non è morto, nelle ore tra l’8 e il 9 ottobre del 1967, l’allora presidente della Bolivia Renè Barrientos Ortuno sciolse ogni dubbio su cosa ne avrebbe fatto della cattura del Chè, la sua sentenza fu fucilatelo e le sue parole furono “non commetterò lo stesso errore di Batista e degli Stati Uniti che la prima volta lasciarono andare Castro, per poi pentirsene”, le cose per Barrientos non andarono come pensava, avevano ucciso un uomo ma avevano fatto rimbombare le sue idee, e le idee di Barrientos fecero la fine che fece lui che morì due anni dopo l’assassinio del Ché in un misterioso incidente aereo.
Sono passati poco più di quarant’anni da allora è molto è cambiato, ora le parole di Guevara risuonano nei palazzi del potere e nella mente di chi comanda nella maggior parte delle nazioni Sud-Americane.
L’influenza statunitense e dei suoi tanti governi dittatoriali che hanno cercato per anni bloccare l’avanzata socialista in America latina è rimasta solo la polvere dei deserti cileni e un Uribe ostaggio in Colombia della politica dei narcos.
Nella BOLIVIA di Barrientos ora comanda il primo presidente indigeno della loro storia EVO MORALES, la prima mossa di Evo fu modificare la costituzione, impedendo la privatizzazione delle materie prime (cosa che bastò agli Stati Uniti a catalogarlo come asse del male), la concessione ai popoli Indios di leggi proprie (gli indios dalla conquista spagnola non avevano mai goduto di alcun diritto), e limitava la proprietà terriera in mano dei singoli.
Morales da qualche tempo denuncia la presenza americana dietro alcuni atti di guerriglia armata verificatisi in Bolivia.
Gli Stati uniti denunciano che dietro il loro astio con la Bolivia ci sia la questione della cocaina, sembra strano che però nonostante il problema cocaina, gli states non abbiano alcun problema con la Colombia di Uribe.
Strano anche che gli Yankee appoggiassero i dittatori Barrientos e Banzer, due dei più crudeli dittatori sanguinari della storia latino americana.
Nell’ARGENTINA dove la Cia con l’operazione Condor appoggio il governo militare di Videla, Massera e Agosti a cavallo tra gli anni 70 e 80 che costo la vita a più di trentamila desaparecidos, ora vede sventolare la bandiera socialista dei Kirchner.
La nazione che ha dato i natali al Chè ora vive un momento forse tra i più rosei, dopo avere tanto subito, negli anni della dittatura, e della grande crisi economica che nel 2001 porto all’assedio alla Casa Rosada, questi son solo antichi ricordi, che il socialismo di Kirchner ha cancellato.
Cosi bene non va ai vicini del Cile, dove i terrori di Pinochet non sono un antico ricordo, l’attuale presidente Sebastian Pinera proviene da una famiglia notoriamente legata all’ex dittatore cileno.
L’etnia Mapuche sta subendo una vera e propria pulizia etnica, i loro territori sono estirpati con la forza dal governo, e chiunque si opponga contro i provvedimenti governativi è giudicato un terrorista e incarcerato o eliminato, l’altro giorno quando chiedevo di Pinera a un amico cileno, lui sconsolato guardando a terra mi ha risposto “Non ci sarà mai la democrazia in Cile, Pinochet non è morto, che dio salvi il mio popolo”.
In Paraguay finalmente si può dichiarare chiusa l’era Stroessner e la dittatura dei Colorado, governo filo americano di stampo autoritario e rivolto all’epurazione forzata degli oppositori, ora governa un ex vescovo cattolico Fernando Lugo che sta cercando l'equilibrio tra i pochi ricchi e i molti poveri del suo paese, parlando liberamente di redistribuzione agraria, rispetto per le minoranze indigene ecc .. ecc..
Il Paraguay ha cosi seguito la strada socialista intrapresa dai cugini Uruguayani che già dal 2004, avevano messo fine alla vita dei partiti di destra filo statunitensi, ora governa Josè Mujica ex guerrigliero Tupamaros.
Il Perù con Alan Garcia il Venezuela con Hugo Chavez e l’Ecuador con Rafael Correa vedono la forte mano socialista difendere queste tre nazioni dalle politiche eversive degli Stati Uniti e dei loro uomini fantoccio.
Chavez è attaccato continuamente dagli Stati Uniti, personaggio indubbiamente scomodo per loro, ma non per il popolo Venezuelano, gli americani continuano a parlarci di stato anti liberale e di elezioni antidemocratiche ma non ci parlano mai, di come il golpe da loro appoggiato nel 2002, vide milioni di venezuelani gettarsi in strada per salvare un presidente, che in Venezuela ha eliminato l’analfabetismo, ha portato al miglioramento del tenore di vita nei quartieri più poveri, e ha restituito al Venezuela le proprie ricchezze e ha sviluppato enormemente il settore sanitario igienico del paese, Chavez sarà pazzo come dicono loro, ma ha dato una dignità al paese venezuelano che i vicini colombiani solo sognano.
Rafael Correa altro scomodo socialista ha subito un tentativo di golpe mal riuscito ed è saldamente al governo dell’Ecuador, e la sua devozione alle idee di Guevara è nota ai più.
Quanto ci metterà la Colombia governata da un governo fantoccio a stelle e strisce, a liberarsi da tutto ciò?Quanto questo paese ci metterà a riguadagnare la propria dignità, eliminando uno degli ultimi residui di anticaglia nell’America meridionale?
Hasta siempre comandante, la tua battaglia in questo continente l’ha reso libero, il tuo volere qui si è compiuto, le popolazioni indigene e minoranze etniche i ceti sociali poveri stanno avendo la loro rivincita come tu sognavi, la Higuera è stata la fine della tua vita ma è stato anche l’inizio del tuo sogno.
Cuba non è più sola ora.



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