Ritornano oggi, in questo tanto atteso e carico di speranze disilluse 14 dicembre i versi del Sommo Poeta:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma bordello…”
Ecco siamo quest’Italia. È incredibile come sette secoli dopo ci ritroviamo a vivere nello stesso Paese che descrisse Dante nel Purgatorio della sua Commedia. Ma quest’Italia non assomiglia affatto a un luogo di espiazione: quest’Italia è un vero e proprio Inferno. Non è possibile chiamare in nessun altro modo un Paese con una compromessa libertà di stampa, dominato dal precariato, che non crede nella cultura, in cui governano le mafie, in cui vige la corruzione, governato da parlamentari comprati, venduti e ricomprati.
Ma che posto è mai questo dove un intero Parlamento lavora per evitare la galera ad un delinquente, dittatore, moralmente infimo?
Che posto è mai questo governato da un uomo che con soldi sporchi, ha costruito un impero, che con l’aiuto della Mafia ha ottenuto il potere politico e infine ha usato il suo impero e il suo potere per farla franca?
Che posto è mai questo dove la denuncia di un reato è più grave del reato stesso?
Che posto è mai questo se la libertà di parola e di pensiero viene giudicata criminosa?
Che posto è mai questo se a chi ha colpa di tutto questo viene data da 16 anni fiducia?
Quest’Italia è uno spregiudicato bordello.
Il respingimento della mozione di sfiducia è solo il sigillo finale a ciò che realmente, concretamente, numericamente siamo. E non servono le accuse di tradimento, non servono le offese agli indecisi. Siamo ciò che meritiamo di essere. Che questo Governo vada avanti o resti impelagato nell’instabilità che si profila non cambia la sostanza dei fatti.
Se gli stessi promotori della spaccatura, guardandosi allo specchio decidono di non poter votare a favore della sfiducia è perché di fondo manca quello che dovrebbe essere il nocciolo duro di ogni parlamentare: la cultura della legalità e il valore della dignità.
E come suonano ridicole le parole di un Bersani che finge di essere un leone in mezzo ai lupi. Ma cos’ha fatto la sinistra italiana se non essere colpevole di un vergognoso immobilismo? Perché negli anni in cui è stata al governo non è stata capace di fermare il conflitto d’interessi né di porre un limite alla concentrazione editoriale di Berlusconi? Vittima dell’offuscamento cerebrale propugnato dalla potenza mediatica di quest’ultimo? O più semplicemente complice?
Ma in questo grigiore c’è anche un’Italia che non si rassegna: studenti, precari, esponenti dei centri sociali, operai della Fiom, aquilani, cittadini di Terzigno che marciano su Roma rappresentano la forza di chi non si inginocchia a questo sistema corrotto. Quello che è successo dopo è violenza e follia. E non c’entra nulla.
Nessun commento:
Posta un commento