venerdì 10 dicembre 2010

Guida ai mercatini natalizi (se li chiamano “delle pulci” un motivo ci sarà)

Tra i mercatini natalizi sparsi un po’ ovunque nelle vie di città e paesi di tutta Italia, ce n’è uno che vale la pena visitare. Si trova al centro di Roma, a pochi passi da Via del Corso. Vista la stagione fredda e il rischio di esondazione del Tevere, menti accortissime hanno deciso di dare sede a questo mercato dentro un elegante Palazzo del Seicento, detto… Montecitorio. Tra centinaia di dipinti e statue che vanno dal XVI al XX secolo e sale in prezioso stile liberty e rococò, chiedete agli uscieri in livrea, di condurvi alla sala progettata da Ernesto Basile, cuore nevralgico del mercatino.
Se sperate di trovare qualcosa di nuovo, avete sbagliato posto, ma se invece foste di gusti più modesti e vi accontentaste di merce di seconda, terza, quarta o anche quinta mano, il mercatino di Montecitorio è proprio il posto che fa per voi.
Se siete in ritardo coi regali di Natale o se non riuscite a trovare l’idea giusta per stupire il vostro partner, tra i banchi di legno pregiato del palazzo troverete sicuramente ciò che fa al caso vostro. Qualche accortezza però dovete usarla: se sfogliando il catalogo avete trovato l’articolo che meglio si adatta alle vostre esigenze e la didascalia riporta per esempio “fila 3 posto 2” dovrete precipitarvi per accaparrarvelo perché nel giro di pochi minuti, potrebbe aver cambiato posto e trovarsi, a voler essere ottimisti, verso il posto 56 della fila 8 e allora dovrete correre dall’altra parte della sala con un considerevole spreco di tempo ed energia. A qualche sfortunato acquirente è capitato, invece, che proprio mentre stava per concludere l’affare, il suo acquisto gli sia scivolato dalle mani e confluito in uno strano buco nero chiamato “Gruppo misto”, non siate stolti e sprovveduti come quel poveretto che pur di non tornare a casa a mani vuote si calò nel buco per riprendere il regalo per la suocera… il fetore di liquami e di monnezza che esalava dal fondo del pozzo non lo scoraggiò e del malcapitato non se ne seppe più nulla.
E se il vostro acquisto è titubante e non vuol farsi comprare potete sempre usare il metodo del grande stratega Francesco Pionati che dal fondo del suo gruppo misto suggerisce alle pagine di Repubblica cosa dire alla merce indecisa (che lui in gergo chiama “tacchini”): “Voj morì prima ‘e Natale? No? Allora passa co mme (o col mio padrone, che in fondo è la stessa cosa)”
E allora chiudete gli occhi e immaginate che sia già Natale:
“Ecco, zia! Spero ti piaccia questo Scilipoti: è stata una vera occasione!”
“Amore, guarda cosa ti ho portato: un Capezzone! Poverino l’ho trovato che vagava fuori dal mercato tutto solo”
“Papà, papà io voglio un Mastella” “E no tesoro, non c’era al mercato. Andava così a ruba che l’hanno comprato quelli di Strasburgo! Però ti ho portato un Razzi quasi nuovo, guarda che sorriso che ha!”
“Ehi nonnino, guarda t’ho regalato la Carfagna! E no, nonnino no!!! Bocchino era solo un suo collega, mica la sua specialità!!!”

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