domenica 12 dicembre 2010

TUTTI GLI AMICI DEL PRESIDENTE.16 ANNI DI POLITICA ESTERA FATTA DA DISCUTIBILI AMICIZIE

La nostra stampa, tende spesso a fare scandali sulla cresta dell’onda, ma spesso troppo spesso lascia in cantina eventi che difficilmente un popolo democratico come il nostro, dovrebbe lasciare meno nel dimenticatoio.
Chiedendo all’Italiano medio delle amicizie estere del nostro governatore, si sofferma spesso solo su Gheddafi, Putin, e poi…. c’è ben altro nello scantinato di Arcore vediamo di dare una spolverata all’archivio delle amicizie del Premier.

ALEKSANDR LUKASHENKO.
Capo del governo bielorusso dal 1994 uno che per quanto riguarda la repressione della liberta d’informazione.
Basti pensare che quando nel 96’ quando il 70% del parlamento ne chiese la rimozione, lui per tutta risposta organizzo un referendum truffa col quale si fece allungare da 4 a 7 anni il suo mandato, e subito dopo caccio 89 dei 110 deputati del parlamento ossia l’intero parlamento.
In pieno stile stalinista fa arrestare senza troppi problemi quelli che si pongono sulla sua strada, nel 98’ caccia gli ambasciatori delle nazioni occidentali compresa l’Italia poiché eversivi verso la sua politica (il motivo reale riguarda il fatto che sia la comunità europea che gli Stati Uniti, il Giappone ecc… non hanno mai accettato le finte elezioni e referendum che Lukashenko metteva in atto),nel 2004 fece eliminare tutti i limiti temporali per la presidenza, e arriva fino ad oggi alimentando brogli su brogli.
Condoleza Rice l’ha definito “l’ultimo residuo di dittatura nel cuore dell’Europa”.
La stessa Russia prima alleata si trovò a documentare corruzione, sparizione e omicidi verso oppositori politici, e rapimento dell’avvocato americano Zeltser poi rilasciato dietro riscatto.
D’ispirazioni assolutamente hitleriane fino ad apportare una politica vergognosamente antisemita.
 «Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti»..Queste furono le parole di Silvio Berlusconi nel suo viaggio a Minsk nel Novembre del 2009.



GURBANGULY BERDIMUHAMMEDOW.
Presidente del Turkmenistan anch’esso arrivato al potere con votazioni giudicate dagli osservatori internazionali come fraudolente.
Detiene il potere tutto nelle sue mani e controlla interamente carta stampata e media locali.
Berlusconi in viaggio in Turkmenistan annuncia di voler aumentare le relazioni con questo paese e propone uno scambio di ministra cedendo a loro il ministro Bondi e prendendoci in cambio un avvenente ministra Turkmena.
Berlusconi deve essere stato informato che il presidente Turkmeno aveva concesso il permesso di costruire all’azienda russa Itera in cambio di uno yatch di lusso, dunque facilmente corruttibile.


ROBERT  MUGABE.
Presidente di stato in Mozambico.
Anch’esso accusato di brogli elettorali e di persecuzione nei confronti degli avversari politici, senza contare la persecuzione nei confronti degli omossessuali, e di un razzismo al contrario con l’esproprio dei territori dei bianchi, e libertà di stampa inesistente.
Qualsiasi opposizione è punita col sangue da Mugabe e dalle sue bande paramilitari.
Berlusconi nel 2009 fu in pratica l’unico a bocciare l’istituzione di drastiche sanzioni verso il dittatore africano.
Nel settembre del 2009 il ministro Scajola annunciava l’idea del governo Berlusconi di aumentare l’interscambio economico col paese del dittatore africano.

NURSULTAN NAZARBAEV.
Presidente del Kazakistan, anch’esso al dire degli osservatori internazionali abilissimo nel giostrare a suo favore i risultati elettorali.
Presidente che fa della sua carica una fonte di denaro inesauribile, e mette in tasca tutto quello che gli passa nelle vicinanze, trasferendo nei suoi conti bancari i proventi petroliferi della nazione.
"Ho visto i sondaggi fatti da un’autorità indipendente che ti hanno assegnato, Nursultan, il 92% di stima e amore del tuo popolo. E' un consenso che non può non basarsi sui fatti". Le parole di Berlusconi in visita nella capitale kazaka.
Belle parole spese male, su un presidente dedito all’arresto su chi predica libertà di stampa, rispetto dei diritti umani, e avversari politici che puntualmente vanno ad arricchire le carceri del paese.
Carceri dove tortura e stupro sembrano essere pratiche usuali.

MU’AMMAR GHEDDAFI.
Dittatore libico, principale finanziatore dei gruppi terroristici che imperversavano negli anni 80 e 90.
Non dimentichiamo i suoi attentati missilistici falliti contro l’Italia, con due missili scud diretti verso le coste siciliane.
Purtroppo vittime ne fece, e anche tante l’attentato a un aereo perpetrato a un aereo della Pan Am che esplose in volo mentre sorvolava la cittadina scozzese di Lockerbie in Scozia, 259 furono le vittime.
Non mi voglio dilungare a raccontarvi cose che avete visto ogni giorno, parlo dei frequenti incontri tra il nostro governatore e il leader libico, a colpi di regali e affari non del tutto cristallini.

VLADIMIR PUTIN.
Primo ministro russo.
Anna Politoskaia è solo il simbolo dei tanti giornalisti uccisi nella Russia di Putin, tutti colpevoli di una sola cosa, il raccontare con troppa veridicità i soprusi russi a partire dalla Cecenia o delle elezioni tutt’altro che democratiche.
Il nostro capo del governo oltre essere il miglior amico di Vladimir è stato accusato di essere il suo portavoce all’interno dell’UE.
Infelice fu il gesto del mitra che il nostro capo di stato fece a una giornalista russa Natalia Melikova colpevole di avere fatto una domanda scomoda al suo amico Putin, la giornalista russa in seguito scossa e impaurita fini in lacrime.

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