lunedì 17 gennaio 2011

INTERVISTA ALL'ASTRO NASCENTE DELLA LETTERATURA ITALIANA VINCENZO BORRIELLO.




Vincenzo Borriello  34 anni  è passato un anno appena dall’uscita del suo primo romanzo “L’uomo che amava dipingere”  si ritiene soddisfatto del suo esordio nel mondo della letteratura?

È vero, nei prossimi giorni “L’uomo che amava dipingere” festeggerà il suo primo compleanno. Posso dire di ritenermi soddisfatto, soprattutto per le parole di apprezzamento di alcuni lettori. Quando ho iniziato a scrivere di Yassir e dei suoi quadri, non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi a rilasciare interviste ed a ricevere i complimenti dei lettori…per non parlare degli autografi che ho fatto.




Cosa sa e cosa conosce del mondo mussulmano, mussulmano-Persiano?

Quello che so è sicuramente infinitamente inferiore a quello che non so, ma questo è un discorso in generale che vale per la conoscenza, e vale per ognuno di noi. Ciò che sappiamo è sempre poco, pochissimo, rispetto a tutto ciò che ignoriamo. Mi sono avvicinato al mondo arabo e musulmano perché volevo studiare il fenomeno del terrorismo di matrice islamica ed in particolare l’aspetto suicida, kamikaze del fenomeno. Una scintilla scoccata dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Non mi stava bene la spiegazione semplicistica del suicidio per le uri’ ain, le famose 72 vergini o per una semplice questione di fanatismo religioso o la pazzia. Non sono uno che ama farsi imboccare con pillole di verità di comodo, strumentali agli interessi di qualcuno e siccome sono un sociologo, mi sembrava giusto investigare sulle cause del perché qualcuno decide di farsi esplodere. Avevo comunque un’idea di fondo da cui partire, ossia lo studio di Durkheim sul suicidio ed in particolare, quello che lui definisce suicidio altruistico. Ovviamente ho rifiutato a priori l’idea secondo la quale islam vuol dire integralismo o fanatismo. Il problema è che si ha la tendenza  a trattare certi temi in maniera troppo semplicistica. Sono temi invece che, se davvero li si vuole comprendere, vanno affrontati con rigore e metodo, non per sentito dire, come per esempio ho visto fare a certi politici italiani. Nomi non ne voglio fare, ma cognomi si, Santanchè, Carfagna, La Russa, quelli della Lega invece neanche li voglio nominare, anche perché l’elenco sarebbe lungo.


Ci vuole coraggio ad affrontare dei temi  come l’omosessualità nel mondo arabo, lei ha ricevuto critiche dal mondo mussulmano sul suo romanzo?

Non ho avuto il piacere di confrontarmi sul tema dell’omosessualità con esponenti del mondo musulmano, ho un paio di amiche musulmane ma, loro sono decisamente open mind. Bisogna uscire però dall’equivoco secondo il quale il tema omosessualità sia tabu solo nel mondo arabo. A me sembra che sia un argomento spinoso in buona parte del mondo. Insomma vero è che qui da noi o in molti paesi gli omosessuali non si impiccano, ma da qui a dire che ci sia completa libertà per queste persone ce ne passa. Tanto per restare in casa nostra, quando nel 2008 la Francia ha presentato un progetto all’ONU a nome dell’ UE per la depenalizzazione universale del reato di omosessualità, la chiesa si è opposta, e lo ha fatto già al momento in cui la Francia avanzò l’ipotesi, per mano del monsignor Celestino Migliore, che bocciò fermamente il progetto. S’impedisce il matrimonio alle coppie omosessuali in virtù di una difesa della famiglia, famiglia però vista in un’ ottica cristiana. Come se la famiglia l’avessero inventata i cristiani. Se studiassero un po’ di antropologia forse si renderebbero conto che la famiglia esiste a prescindere dalla religione ed a prescindere della sua istituzionalizzazione attraverso il matrimonio; però, siccome il matrimonio da dei diritti al partner, tanto per citarne uno, dare il consenso all’espianto degli organi, ma ce ne sono tanti, trovo giusto che persone dello stesso sesso possano unirsi in matrimonio. Se poi la Chiesa non vuole officiare questo rito, è un suo diritto ma, non deve mettere bocca in decisioni politiche. Purtroppo c’è un certo immobilismo in questo senso anche da parte di formazioni politiche che non vogliono giocarsi quella parte di elettorato veicolato dalla chiesa e quindi non si affronta con coraggio la questione perché evidentemente, i voti sono più importanti dei diritti.


Cosa pensa del caso Sakineh? Speculazione occidentale?

La speculazione c’è tutta anche se è giusto che si parli della faccenda, non mi spiego però perché non si parli per esempio di Faith Aiworo, una ragazza nigeriana che l’Italia ha rispedito in Nigeria su cui pende una condanna a morte, colpevole di aver ucciso il suo datore di lavoro che voleva violentarla. Ci sono tanti casi del genere, qualcuno vuol forse dire che in Arabia Saudita vengano rispettati i diritti civili? Nessuno denuncia queste cose perché i sauditi hanno un sacco di soldi investiti nelle economie occidentali e, solo per la cronaca, moltissimi terroristi islamici sono suaditi ma, meglio non dirlo in giro altrimenti gli sceicchi s’incazzano, ritirano i loro soldi dalle banche americane e va tutto in malora, ipocriti!




Lo spirito ribelle nei confronti del sistema mostrato dal protagonista del suo libro “Yassir”, è la stessa rabbia che spinge un ragazzo di Torre del Greco a scegliere la cultura anzi che le vie sbagliate che si possono incontrare in una città della Campania?

In parte si, sicuramente in Yassir è trasportata la mia rabbia “rivoluzionaria”. Va detto però che io, a differenza di tanti altri ragazzi, ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente familiare che nulla aveva a che spartire con ambienti malavitosi. Ovvio, l’istruzione è importante, la cultura è importante. Penso però ad Anthony Fontanarosa, un ragazzo di 17 anni, morto nel tentativo di rapinare un tabaccaio di Napoli, e sparato da un poliziotto che ha sventato la rapina e probabilmente salvato la vita al tabaccaio. Il padre di questo ragazzo è morto anche lui durante una rapina, suo fratello, anche lui rapinatore, è stato ammazzato dalla camorra, insomma nell’ambiente in cui è cresciuto, si è “socializzato”, avrebbe forse potuto fare scelte diverse? Se ha avuto come riferimento un sistema valoriale così deviato, avrebbe mai potuto prendere una strada diversa? Penso che della sua morte, noi in quanto società, siamo tutti un po’ colpevoli perché non è stato fatto nulla e nulla viene fatto per salvare ragazzi come lui. Quali sono le strutture, le forze, le politiche che mettiamo in campo per evitare che ci siano ragazzi come Anthony? Per evitare che dei ragazzini sbaglino? Cosa facciamo a parte metterli in galera quando ormai è tardi, quando ormai sono delinquenti? Non facciamo nulla, dei ragazzi “difficili” non importa niente a nessuno, li lasciamo al loro destino e poi un giorno ce li troviamo di fronte che ci puntano una pistola contro. Mi fanno rabbia poi quegli insegnanti che fanno il classico discorso “ se tu vuoi imparare bene, altrimenti non me ne frega perché lo stipendio me lo pagano ugualmente”. La cosa più sbagliata che possa dire un insegnante, la scuola non dovrebbe essere un luogo dove si distribuiscono nozioni come caramelle, bisognerebbe insegnare agli studenti a diventare donne ed uomini.




Il suo romanzo d’esordio è stato ben accolto dalla critica, qualcuno le ha dato il massimo addirittura come in questo caso  http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/romanzi/l'uomo-che-amava-dipingere/ , cosa si aspetta dal prossimo romanzo “La donna che sussurrava agli specchi” per quando è prevista l’uscita nelle librerie?

Non posso lamentarmi delle recensioni ricevuto da “L’uomo che amava dipingere”. Per quanto riguarda “La donna che sussurrava agli specchi” non conosco ancora la data di uscita. Posso dire che il librò sarà edito da Montecovello e che si tratterà di un altro romanzo sociale.




Cosa pensa del successo del suo conterraneo Saviano?

Penso sia un successo meritato, è una persona molto intelligente e sa di cosa parla. A proposito di Saviano, trovo ridicolo il gioco di certi politici che cercano di tirarlo in ballo come se la lotta alla camorra fosse un valore della sinistra o della destra. Neanche so perché ci sia questa tendenza a considerare Saviano come voce della sinistra. Saviano non fa politica, parla di camorra, smettetela di strumentalizzarlo in un senso o nell’altro. La stessa destra poi ha preso ad attaccare Saviano quando questi ha detto cose poco lusinghiere su Berlusconi. La politica è diventata un circo con un’unica attrattiva, i pagliacci anche se a ben pensarci, con le acrobazie di Ghedini per evitare i processi a Berlusconi, forse ci sono anche gli acrobati.


Spazzatura,Camorra? Chi ci guadagna in tutto questo? E di chi è la colpa della situazione?

La camorra ci guadagna con la spazzatura, in modo particolare con le discariche abusive che, sono state una miniera per anni. La camorra si serve della politica per conseguire i suoi fini. A proposito, è notizia di oggi che Cosentino dovrà comparire davanti ai giudici il 31 gennaio per i suoi presunti legami con i Casalesi ed i traffici sui rifiuti. Invito inoltre i lettori ad informarsi sul passato del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Una parte di responsabilità voglio comunque darla anche ai cittadini comuni, manca una coscienza ambientale. La raccolta differenziata viene vista quasi come un fastidio e non tutti fanno il loro dovere. Giusto lamentarci, giusto protestare ma, facciamoci anche un esame della coscienza.

Ci permetta di dirle che lei appartiene ad una terra che anche cosi abbacchiata da tanti mali, ha speranza di risollevarsi finche ci sarà chi come lei è pronto a combattere i problemi sociali, senza avere paure.

Grazie, io nel mio piccolo, attraverso il mio blog personale ed attraverso Napolimag, invito sempre la gente a non nascondersi, a denunciare i soprusi, a denunciare i camorristi, gli usurai. Lo dico sempre, la paura è alleata della camorra, se la si vuole sconfiggere bisogna smettere di avere paura. Io nei miei articoli ho sempre fatto nomi e cognomi, quando ovviamente era possibile farli perché accertati, mi sono esposto e continuerò a farlo. Così devono fare tutti, perché ne va del bene di noi stessi e delle nostre città, del nostro futuro. Non possiamo permettere che il tessuto economico e sociale venga distrutto da un manipolo di vigliacchi che si sentono uomini solo con la pistola in tasca. Non voglio fare il Saviano di turno, non m’interessa, le mie sono parole di chi prende coscienza del problema è che ha cuore la sorte di Napoli. Ne approfitto per dire, o per meglio ribadire, come ho scritto su Napolimag che a Forcella si sta preparando una nuova guerra di camorra per il controllo del territorio, territorio che al momento è controllato dai Mazzarella ma ci sono i segnali della presenza di un gruppo di “cani sciolti” che vuole mettere la mano sul quartiere e sui traffici illeciti ora gestiti dai Mazzarella. Ho iniziato a parlarne il 9 gennaio scorso. Da inizio anno abbiamo avuto gia tre ferimenti, l’ultimo ieri proprio a Forcella.


Su Parole Corsare saremmo onorati di ospitare qualche suo pezzo di critica sociale come quelli che scrive sul suo Blog http://viborriello.wordpress.com/, cosa ne pensa di unire le sue parole alle voci sparse in giro per l’Italia che ci stanno accompagnando?

Do la mia completa disponibilità, inoltre tutti possono riprendere gli articoli dal mio blog. È importante diffondere il pensiero critico, è fondamentale risvegliare le coscienze assopite dalla demenza diffusa attraverso certi programmi che s’impongono a modello di vita. Sveglia Italia! Colgo l’occasione per invitare i lettori a firmare la petizione “Sfiduciamo Minzolini, il TG non è Mattino 5” al link http://www.petizionionline.it/petizione/sfiduciamo-minzolini-il-tg1-non-e-mattino-5-firma-la-petizione/3043





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