sabato 29 gennaio 2011

Venti di rivoluzione agitano il Mediterraneo!!

L’Egitto dista molto meno di quanto si pensi, e Moubarak non è cosi diverso da tanti altri leader, ora tutti a parlare di caduta della Tirannide dell’ultimo dei Faraoni, ma prima che la popolazione scendesse in piazza e facesse conoscere al mondo le realtà antidemocratiche con cui veniva governato il paese, all’estero com’era visto Moubarak?
Molto diversamente da quello che si vede oggi, la Clinton schiera gli Stati Uniti al fianco dei manifestanti, ma per il semplice motivo che gli states hanno capito qual è il cavallo vincente su cui scommettere, e soprattutto va considerato che l’Egitto e il suo presidente son sempre stati un punto di riferimento dei paesi occidentali nel mondo arabo, un’amicizia che però si è incrinata dopo l’invasione americana in Iraq, potrebbe dunque essere plausibile quanto dichiarato da Wikileaks sul fatto che dietro la rivolta ci sarebbe l’appoggio americano.
Anche se ora in Egitto il rimescolamento delle carte dobbiamo capire cosa ne porterà fuori, di sicuro sarebbe sgradito ai potenti del mondo lasciare il potere sulle mani della Fratellanza Mussulmana, o peggio ancora nelle mani dei comunisti egiziani, le soluzioni più plausibili vedrebbero El Baradei o un altro moderato, che ri-saldi l’amicizia tra Il Cairo e, l’occidente, speriamo non sia un nuovo Karzai comunque, un fantoccio americano in Egitto potrebbe scatenare ancora peggio la rivolta egiziana.
Di scuro e che al nostro presidente del consiglio sentirà la mancanza dell’amico Moubarak.

E’ il secondo amico del nostro Premier a cadere, pochi giorni fa in Tunisia è arrivata la fine di Ben Ali, l’ex presidente tunisino, fu appoggiato proprio da Craxi nei suoi primi passi alla fine degli anni 80’il dittatore maghrebino è sempre stato da allora l’uomo di riferimento prima di Bettino e poi di Silvio, fu lui a rendere il favore all’ex presidente del Psi e ospitarlo durante il suo esilio, e fu sempre Ben Ali un buon partner d’affari di Silvio Berlusconi.
Lo stesso Ben Ali sperava di trovare in Italia lo stesso trattamento che la Tunisia ebbe per Bettino, non si sarebbe trattato di una scelta felicissima, visto i già numerosi problemi che Silvio ha da combattere nella nostra terra.
Ben Ali è stato uno dei peggiori dittatori africani, e la rivolta tunisina che ha incendiato l’africa settentrionale è stata solo il frutto degli stenti al quale aveva costretto la popolazione a cadere in miseria, aumento incredibile dei prezzi dei beni alimentari primari, torture agli oppositori politici, ecc ecc.
Mentre lo stato veniva martoriato da un governo autoritario, guardate come nella sua rete Nessma tv il nostro premier parlava di come la Tunisia, sarebbe potuto essere l’esempio di democrazia in africa settentrionale:

La Tunisia dei Balcani si chiama Albani, anche qui il presidente Sali Berisha è accusato di mancanza di rispetto dei diritti umani, e la cosa non ci sembra strana, visto come il governo ha accolto i manifestanti in piazza, A fucilate.
Anche l’Albania è un noto partner dell’Italia, e Berisha come dice lui è un grande amico del nostro premier.

Le nostre domande ora sono:
-Quanto dista l’Italia dalla Tunisia o dall’Egitto?
-Dove andrà in caso di riconoscimento di colpevolezza il nostro premier, ora che Ben Alì ha perso la Tunisia?
-Quanto maggiore è la tolleranza degli Italiani alla luce delle preoccupazioni del presidente Napolitano?




2 commenti:

  1. Non è un problema di distanze, ma di popolo. Questo è ormai un popolo di servi, governato da ladri e tutto ciò che chiede in maggioranza è di avere grandi fratelli, isole dei famosi e partite di pallone ...pane et circens.

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  2. prima o poi mancherà anche il pane,allora la gente si sveglierà forse ....per ora son del tuo parere anotonino

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