collaboratori
PIERPAOLO SANNA (CAGLIARI)
sabato 4 dicembre 2010
Julian Assange l’uomo che tiene per le palle lo zio Sam .
Ci hanno provato in molti prima
Nessuna potenza è mai riuscita a soverchiare il potere Americano nel mondo, mai nessuno in quest’ultimo secolo ha messo con le spalle al muro la nazione più potente al mondo.
E chi l’avrebbe detto che a mettere con le spalle al muro gli states, fosse una fondazione”Wikileaks” composta di semplici persone fisiche, uomini con un’indubbia capacità informatica fuori dal normale, ma pur sempre esseri umani.
L’anima di questa fondazione, non è nessun capo di stato, o persona dagli eccezionali poteri, ma è solo un esperto Hacker informatico, Julian Assange, trentanovenne Australiano con una vita passata davanti allo schermo informatico.
Si fa tanto parlare di questo personaggio, che ormai è sempre più leggenda, ma sui suoi fini vi è il totale mistero.
L’unica certezza nella storia sta nel fatto che Julius se la prenda col grande blocco capitalista: Cina, Russia, Stati Uniti, le banche son i suoi obiettivi principali.
Ridurre a questo Wikileaks sarebbe follia, questo prodotto partorito dalla volontà di tanti piccoli Robin Hood può sconvolgere il pianeta??
Per ora i presupposti ci sono, ma diciamo che ci aspettiamo di più da Julian, la sensazione che egli abbia dei cablogrammi molto più piccanti di quelli rivelati fin ora.
Intendiamoci la paura delle nazioni potenti nei confronti di Wikileaks, non può essere giustificata da quello che è uscito ultimamente.
Oltre che una certa indignazione mondiale, di sicuro non ci si può aspettare una crisi internazionale provocata da dei semplici giudizi di alcuni funzionari americani sulle politiche affrontate da altri paesi.
Per capirci che Berlusconi andasse a dei party notturni, facesse una vita sconsiderata, e che avesse molto più di un semplice rapporto di amicizia con Putin, è noto a tutti non avevamo bisogno di Wikileaks.
La sensazione è che Assange abbia in mano molto di più di questo, e che in suo possedimento ci siano prove più lampanti dei giri d’affari delle grandi potenze.
Altrimenti non si spiegherebbe la paura sconsiderata, e l’annunciato 11 settembre della diplomazia mondiale.
E’ ora che si gioca una partita a scacchi importante, l’arresto dell’Australiano vi è la sensazione che possa essere un vero e proprio Harakiri da parte delle forze occidentali, non pongo molti dubbi che alle minacce fatte da Julian Assange possano seguire i fatti, e la diffusione di certi file scabrosi sarebbe l’inevitabile conseguenza all’arresto dell’hacker.
Inoltre rimane oscura la protezione che possono dare diverse nazioni all’abile informatico, tutti gli stati più che badare alla tutela del singolo, sono interessati a quello che Julian Assange possiede.
Chiaramente non so quanto questa soluzione sia gradita ad Assange, giacché potrebbe limitare i suoi movimenti e le sue azioni.
La questione rimane di dubbia soluzione, chiaramente noi tifiamo per l’uscita di ogni notizia, e per la libertà completa d’informazione che possa gettare luce sui loschi affari dei potenti.
Anche se non dubitiamo che la vita di Assange sia in grave pericolo, e il mandato di cattura svedese oltre che ridicolo sia il meno che possa capitare.
Per ora la paura fa novanta e pensiamo che Assange possa ancora tenere per le palle le grandi potenze ma Assange dovrà essere bravo a snocciolare i suoi file con la tempistica giusta. Vediamo fino a dove si spingerà l’abilità e l’astuzia dell’uomo che da dietro un PC può cambiare il mondo.
Occhio Julian paese meno democratico come
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ma che dire? Certo che rimane un personaggio molto simpatico. Giusto definirlo uno che ruba ai ricchi per dare ai vilipesi uomini comuni. Temo però che passato il primo momento di incertezza tutto tornerà come prima.
RispondiEliminaPrendiamo l'Italia, se qualcuno di voi legge il Fatto Quotidiano mi capirà. Nonostante tutte le rivelazioni fatte su B. e compagni di governo e di partito, lui è sempre lì. La maggior parte delle persone non sembra coinvolta nel processo di informazione. Probabilmente si votasse fra poco, davvero B. vincerebbe di nuovo, contro ogni logica, contro il nostro (della gente comune intendo) stesso tornaconto. In Italia non si capisce quale rivelazione potrebbe far cambiare idea alla maggior parte degli elettori di B.