IL 27 Aprile rimarrà per la Sardegna e per l'Italia un giorno di memoria, in questo giorno nell'anno 1937 esalava i suoi ultimi attimi l'eroe Antonio Gramsci.
Morto da martire della causa partigiana, sacrificando la sua vita nelle patrie galere fasciste.
Imprigionato per cosa?
Basti ricordare le parole del Pm Michele Isgrò : Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare.
L'unica colpa di Gramsci era saper fare dell'uso della parola un arte, un dono comune a poche persone nella storia. E la sua politica antagonista, il suo sapersi fare ascoltare dalla gente era il vero pericolo della terribile dittatura fascista.
Cosi scriveva Antonio Gramsci sull'unità d'Italia
Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti.
Frase che fa pensare e forse per i 150 anni sarebbe buono concedere una rivisitazione storica del brigantaggio.
Cosi scriveva sugli Italiani:
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
Questa frase ci deve fare riflettere tutt'ora, l'Italia è tutt'ora una nazione d'indifferenti, non solo a destra ma anche a sinistra, infatti non si può pensare di essere a dei veri rivoluzionari intellettuali, solo cantando le canzoni dei Modena o indossando una Kefiah Palestinese, quanti di questi ragazzi veramente son di sinistra anche nella vita? quanti di loro son disponibili a combattere per il trionfo della giustizia sociale, quanti di loro anche nella comune vita quotidiana si approfittano del prossimo.
A chi gli dava del cinico:
l mio stato d'animo è tale che se anche fossi condannato a morte, continuerei a essere tranquillo e anche la sera prima dell'esecuzione magari studierei una lezione di lingua cinese per non cadere più in quegli stati d'animo volgari e banali che si chiamano pessimismo e ottimismo. Il mio stato d'animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l'intelligenza, ma ottimista con la volontà.
Essere dei combattenti, lottare per le proprie idee non vuole dire essere negativi, anzi chi lotta è sempre il più ottimista, se non fosse ottimista smetterebbe di combattere, la personalità fiera del combattente e spesso accompagnata da un nobile buon umore, solo col buon umore si combatte la nefandezza della verità.
Romanticismo
Ogni movimento rivoluzionario è romantico per definizione.
I movimenti rivoluzionari sono accompagnati sempre da grande cuore e grande passione, il romanticismo è sicuramente una caratteristica sia dei movimenti sia di chi li accompagna, il Rivoluzionario è sempre un romantico nella battaglia come nella vita.
Altra caratteristica che non è sicuramente molto diffusa nei ragazzi d'oggi.
Questi son piccoli sunti e piccole riflessioni che ci devono fare profondamente riflettere, per ripartire da noi stessi come prima cosa.
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