martedì 17 gennaio 2012

Un forcone per Lombardo?



« se mala segnoria, che sempre accora li popoli suggetti, non avesse mosso Palermo a gridar: "Mora, mora!". » (Dante, Divina Commedia, canto VIII del Paradiso)


Il 31 marzo 1282, un lunedì di Pasqua, a Palermo si accese la storica rivolta del Vespri Siciliani. Il popolo, vessato dagli angioini che praticavano un esoso fiscalismo, oltreché soprusi e violenze, iniziò una vera e propria “caccia ai francesi” che in breve tempo dilagò in tutta la penisola costringendo i pochi sopravvissuti a rifugiarsi sulle navi attraccate lungo la costa.

Molti commentatori paragonano questi celebri avvenimenti storici allo sciopero messo in atto da agricoltori , allevatori e autotrasportatori siciliani, iniziato ieri e che si protrarrà fino al 20 gennaio.
Tutta la nostra solidarietà verso chi si solleva per migliorare la propria condizione.
Tutta la nostra stima verso chi auspica una rivoluzione per far valere i propri diritti.

Tuttavia il paragone sembra azzardato, quantomeno eccessivo.

Ieri, primo giorno della grande rivoluzione, il casello autostradale di Catania, in pieno orario di punta, era raggiungibile dopo appena un quarto d’ora di fila.
Uno sparuto drappello di rivoluzionari incazzati, uno striscione di forse due metri e qualche tir messo di traverso. Sinceramente ritengo più rivoluzionario e intimidatorio lo shibboleth usato dai siciliani per riconoscere i francesi.

A sentir parlar fan e sostenitori di questa rivoluzione in (poco) bianco e (tanto) nero, sembra di ritrovarsi alla proiezione post-natalizia de Il Gattopardo, con la differenza che Luchino Visconti almeno ha preferito il colore.

Chi muove dunque le fila di questo nostalgico ribellarsi?
In prima fila troviamo Forza Nuova, il cui leader catanese, Gaetano Bonanno, durante la manifestazione del 15 dicembre scorso ha incitato i manifestanti alla protesta.
D’altra parte uno sguardo veloce a Facebook ci restituisce il vero colore di questa “apartitica (a costo di calci in culo)” protesta: NERO!
E restando in tema di codardia, strumentalizzazione e voltagabbana (il portavoce dei forconi è un ex MPA) non poteva mancare il baronetto siciliano della malapolitica: Domenico Scilipoti, il quale ha immediatamente aderito alla protesta.

Insomma affaristi della politica, saluti romani e tanta strumentalizzazione.

Il vero obiettivo dei “pupari” (e non c’è termine che meglio descriva questi –poco-astuti manovratori) non è il riconoscimento dei diritti dei siciliani ma una punizione per il “traditore” governatore Lombardo.
Al quale auguriamo una punizione per le sue “amicizie” e per il suo “affarismo”, ma che sia pulita legale e, soprattutto , opera dei magistrati, piuttosto che causata da un drappello di fascisti nostalgici.

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